Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  mercoledì 08 luglio 2009
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Goliardia è cultura e intelligenza (11)

di Unione Goliardica Italiana

L’intervento di Giorgio Festi.

L’UGI e la vita associativa. La libertà della scuola e della cultura.

 

Questa formazione è il primo aspetto della lotta contro il fascismo, il quale si riproduce oggi proprio dalla scuola, in maniera aperta ed equivoca, per un’inerzia colpevole. Ogni giorno noi ci avvediamo quanto falso fosse il grande quadro storico che la mistica fascista ci parava dinnanzi: un Risorgimento ad esempio che riuniva in un sol abbraccio Garibaldi e Pio IX, Mazzini e Vittorio Emanuele. Ancora non si è posto rimedio, e la retorica patriottarda degli squilli di tromba continua a zufolare negli orecchi dei giovani. Dobbiamo riaffermare tutti i valori originali di questa storia “nostra”, rivalutando il Risorgimento senza veli di sorta e giungendo fino alla storia di oggi, alla storia della Resistenza, di cui vogliamo orgogliosamente riaffermare qui il grande valore ideale: “Sono morti molti uomini illustri e infinitamente più meritevoli, non vale la pena di affliggersi tanto per me”. “Quanto mi spiace lasciarvi…non vedervi più…”. “Credetemi, la cosa pubblica è noi stessi”. Sono parole di studenti universitari condannati a morte dai fascisti. Se non avessero sacrificato la vita per la nostra libertà forse in questo momento essi siederebbero in mezzo a noi.

 

Dobbiamo rivalutare il significato di Patria, che rappresenta la tradizione migliore di un popolo, la sua indipendenza conquistata e difesa, la libertà di cui ogni cittadino viene ugualmente regalato.

 

Dobbiamo trovare dalla scuola quel senso di umana solidarietà che ci affratelli anche al di fuori dei nostri confini: l’unità europea è ancora un sentimento al quale noi dobbiamo dare una forma concreta.

 

E’ questa la riforma della scuola che noi invochiamo, e che realizzeremo attraverso quegli strumenti di azione che abbiamo creato: le nostre associazioni, gli organismi rappresentativi. Io chiedo qui all’Unione Goliardica Italiano un impegno preciso, perché si scuola l’indifferenza, perché si levino quelle voci che non si sono levate tutte le volte che si è parlato di riforma della scuola.

 

Da questo nostro discorso esce forse una traccia, modesta, una linea d’azione dell’Unione Goliardica, un nostro impegno di fronte a noi stessi.

 

Noi non siamo qui per rimediare a tutti i difetti con un colpo provvidenziale di bacchetta. Non abbiamo la presunzione di innalzare nel vuoto una cultura nuova, per un miracolo che si compia. Vogliamo però essere consapevoli di quello che stiamo diventando, spregiudicatamente, notando i difetti più gravi della nostra cultura e cercando di creare le condizioni di rinnovamento, il modo di agire in un ambiente nuovo. Questo noi possiamo fare educandoci ed organizzandoci, essendo sempre uniti. Non intendiamo prevedere nulla, limiteremo il nostro compito: abbiamo coscienza però di dover rimediare a qualcosa.

 

Una malefica indifferenza pesa ora su tutto il paese, e sarà di ostacolo anche alla nostra azione. La gente si sente estranea oppure ostile alla responsabilità comuni, è il momento pericoloso aperto alle soluzioni peggiori. Alla base di questo stato d’animo sta una profonda delusione, particolarmente avvertita da moltissimi giovani. A sette anni dalla fine della guerra il bilancio complessivo non è certamente attivo. Si auspicava un rinnovamento, un impulso di idee nuove e di nuovi propositi che si traducessero in opera. Stiamo invece scivolando supinamente verso un clima di restaurazione, dopo che tutte le velleità e le speranze sono risultate infiacchite o assorbite nell’altalena tradizionale.

 

Il laicismo ha una larga responsabilità per questa occasione mancata. Depositario dei valori più illustri della nostra cultura, esso non ha saputo raccogliere e vivificare intorno a se che scarse forze politiche, chiudendosi in una polemica ispirata a modi improduttivi ed ormai stantii, o arroccandosi a dimostrare abulicamente l’ingiustizia e l’infondatezza di qualunque moto illiberale. Il discorso sarebbe molto lungo al riguardo, specialmente nei confronti delle forze cattoliche, costrette dalla situazione ad accentuare, con l’aggravante di una responsabilità di comando, quella posizione conservatrice che in varia forma ha sempre distinto il cattolicesimo italiano. Noi intendiamo superare la maniera delle polemiche del passato. Ci rivolgiamo serenamente alla giovane guardia cattolica, nella quale sono vivi i segni di una volontà di rinnovamento. E come noi dovremo dimostrare che laicismo può significare cattolicesimo, così quei giovani dovranno far sì che cattolicesimo significhi laicismo. Non intendiamo interessare le nostre persone – ciascuno saprà risolvere da sé una propria questione religiosa – né risolvere in un compromesso il dissenso che possa sussistere.

 

Il compito che ci assumiamo è veramente grandioso, non dobbiamo però mai pensare che si tratti di un’illusione perché tradiremmo le nostre idee. Ogni scopo deve sapersi perseguire con coraggio, qualunque impiccio e di qualunque natura si giunga ad incontrare. Accettiamo dunque i sacrifici e le difficoltà con animo tranquillo e sopra tutto con grande fiducia.

 

L’UGI non muta ma continua. Continua a battersi nel nome degli antichi goliardi, nel nome dei goliardi di Curtatone e della Resistenza, nel nome dei goliardi di oggi e di domani.

 

11) Segue